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Silvana Milesi
MARIO DONIZETTI
Artisti bergamaschi - Monografia
Presentazione Alessio Andreucci

Novanta riproduzioni di dipinti e di disegni di Mario Donizetti, a partire da opere del 1952, che già rivelano nell’artista appena ventenne una personalità straordinariamente matura, consapevole e combattiva, il cui pensiero, nutrito con letture di filosofi e studio dei maestri, inevitabilmente influisce sulla sua creatività.

Mario Donizetti – scrive Andreucci nella presentazione – crede nell’uomo e in questa sua fiducia trova la forza della sua arte, i cui temi sono universali: la solitudine e la meditazione, la bellezza e il dolore, la morte e l’attesa. Concetti che non si contrappongono mai… dalla solitudine nasce la meditazione, dal dolore (inteso come anelito al meglio) nasce la bellezza, la morte stessa diventa speranza di un trasmutare eterno e non disperazione… Per questo l’arte di Donizetti è moderna e drammatica, perché rappresenta l’anelito alla conoscenza e alla libertà… I volti, che tanta importanza hanno nella storia artistica di Donizetti, sono per lui una spia dell’universo, una spia mediante la quale scoprire la faccia nascosta e inaccessibile. «Per me l’opera – dice Donizetti – è la “terza verità”, né soggetto, né oggetto. Essa nasce dall’incontro delle mie capacità percettive soggettive con la realtà esterna oggettiva… ».
Oltre al volto e al corpo umano, altri elementi sono presenze costanti e significative. La pietra – pietra antica – simbolo del tempo e della storia, monito ed esempio all’uomo di oggi di valori eterni. Le radici che scavano o i rami che si allungano, si contorcono, si intrecciano… metafora della fatica di vivere e di creare. I fiori, simbolo della beltà e dolcezza della vita… racchiusi in una sorta di incantamento. E ancora le case e le chiese – fatte di pietra – antiche e solide, immagini dell’armonia tra la creatività umana e quella della natura.

UN CLASSICO MODERNO
…Parliamo dell’opera partendo dalla mostra retrospettiva dell’autunno 1983 nelle sale della Pinacoteca Ambrosiana di Milano, dove i quadri di Donizetti si sono confrontati da vicino con le opere di maestri del passato che egli molto ama e che ha moltissimo studiato: Leonardo, Raffaello. Bramantino. Brueghel, Luini, Giorgione, Caravaggio… Mai la Pinacoteca Ambrosiana (fondata nel 1602 dal cardinale Federico Borromeo) ha ospitato artisti contemporanei. La mostra nel tempio della classicità è da considerarsi una consacrazione di Mario Donizetti, un riconoscimento all’arte sua classicissima di forma e modernissima per contenuti. Un’arte che, sostenuta da scritti teorici, si oppone a quella filosofia dell’arte che, portata alle sue estreme conseguenze, ha escluso dall’arte la forma…