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Silvana Milesi - Carlo Pirovano
L’ARTE SACRA DI LONGARETTI

Nemmeno percorrendo tutti i secoli di storia dell'arte bergamasca forse si trova un artista aderente all'autentico spirito del Giubileo come Trento Longaretti. Ogni suo dipinto, sia esso sacro o profano, è un vero e proprio quadro di raccoglimento. "L'emergere del sacro, come meditazione, confessione o bisogno di misurarsi con qualche cosa di grande, di superiore, di eterno" è, per sua stessa ammissione, connaturato all'azione del dipingere, al silenzioso colloquio dell'artista con la tela. Forse anche per questo suo animo meditativo, Longaretti fu definito "Il pittore prediletto da Paolo VI".
Il libro ripercorrendo l'itinerario longarettiano, dalle prime opere degli anni Trenta-Quaranta, fino ai giorni nostri, traccia un ideale itinerario del Giubileo. Dai cicli pittorici di San Francesco e San Rocco sino alle sfolgoranti vetrate del "Tertio millennio adveniente", attraverso gli affreschi, gli oli, i mosaici, le vetrate, il libro ricostruisce la "cattedrale" dell'arte sacra longarettiana, completata con un dettagliato repertorio, principalmente desunto dalle agende, dai documenti e dalle fotografie d'archivio del pittore.
Nel libro sono inserite opere non di committenza religiosa, ma non meno o forse persino più religiose, come le Madri-Madonne, i vecchi che conducono bambini sulle strade della musica e della poesia, i poveri mai del tutto vinti, in perenne esilio o pellegrinaggio verso cupole di monastero sotto cieli costellati di soli e di lune moltiplicati come solo la fantasia dei poveri è ancora capace di desiderare. Non altro portano questi viandanti stretti l'uno all'altro, se non l'indispensabile: un uccellino, un organetto, la musica di un violino, quella che scende nel cuore e tramuta l'amarezza delle lacrime in stremata dolcezza.