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MANZÚ PITTORE

«L'idea di un libro su Manzù pittore - scrive Inge nella presentazione - mi affascinò sin dal 1958 quando vidi Giacomo davanti a un cavalletto dipingere un pittore e la sua modella. L'ammiravo. Con quale leggerezza e maestria correva sulla tela il pennello, con quale precisione e sicurezza sceglieva le sfumature del colore! Solo con la creta l'avevo visto lavorare con uguale intensità. Dal 1958 al 1963 Manzù dipinse con intensità, poi fu preso quasi totalmente dalla scultura anche se il colore continuò ad entrare qua e là nella sua opera: nella grafica, nei lavori per il palcoscenico, nelle illustrazioni per opere letterarie.
Il libro è il risultato di una paziente ricerca e sofferta selezione di centinaia di oli, acquarelli, gouaches e tempere. L'apertura è affidata alle doppie pagine che ricostruiscono nella loro originale collocazione Gli affreschi di villa Ardiani (1932-1933). Io li vidi per la prima volta nel 1983, quando, dopo cinque decenni di nascondimento, furono "strappati" e sapientemente restaurati da Evenzio Zappettini. Ne rimasi profondamente commossa».
I titoli degli altri capitoli (Il pittore e la modella, Studi per un ritratto, Dai cardinali a Papa Giovanni, Il Nuovo Testamento, La pace e la guerra, La natura, L'amore, Omero, Le copie dai miei maestri, Modelle e passi di danza, Manzù e il palcoscenico) dicano lo svolgersi del libro, presentato da saggi di illustri critici d'arte Argan, Hodin, Steingräber, Blida von Graefe.