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Silvana Milesi
La pittura a Bergamo tra Ottocento e Novecento
MORZENTI E IL SUO TEMPO
Fino a ALBERTO VITALI

La scelta di dedicare l’opera prevalentemente a Natale Morzenti si è imposta da sé per il valore dell’artista, davvero unico e straordinario non solo per quell’arco di anni e non solo in Bergamasca. Visse isolato dipingendo molto, senza avere né cercare il successo. Il suo sentire bruciava dello stesso fuoco espressionista tedesco e il suo potente disegno sembrava discendere direttamente dal Mantegna o da Cosmé Tura, quattrocentesco caposcuola dei ferraresi.
E che Morzenti sia uscito dalla scuola del Loverini, come Alebardi, Oprandi, in parte Brignoli e Galizzi, Ghirardelli, Servalli, Manini, Marini e tanti altri in questo libro dispiegati, torna a lode del Loverini «probo pittore» e «probo insegnante» il quale «aveva la religione della personalità dell’allievo», sì che ognuno potesse crescere in modo e in misura del proprio specifico talento. A Cesare Tallone, che l’aveva preceduto sulla cattedra della Carrara, il merito di aver portato a Bergamo quel vigoroso nuovo vento che si ritrova nei Bonomelli e Bosis, considerati fra i suoi migliori allievi, e di aver portato artisti di talento fra i quali Clara Müller e Giuseppe Pellizza da Volpedo in un fervido scambio con i vivaci ingegni bergamaschi di Giovan Battista Galizzi, Luigi Angelini, Mauro Pellicioli, Fermo Taragni, Achille Filippini Fantoni ai quali si deve la fondazione del Circolo Artistico, della Scuola d’Arte applicata Andrea Fantoni e della Società Acquafortisti.
Un capitolo a parte scrisse nella silente solitudine di città Alta, Alberto Vitali, nato proprio al limitare dell’Ottocento. Con la sua sensibilità vicina alla pittura di Carrà, Tosi, Rosai, Casorati, Morandi, si chiude il libro aprendosi sulle nuove vie tentate dall’arte contemporanea.
«Con questo volume – scrive Mario Donizetti nella introduzione – Silvana Milesi chiude un’epoca. Un’epoca ancora di buona pittura e di buoni artisti. Le sue parole sono sempre partecipi e attente, perché parole di persona innamorata del mistero artistico e perché, al contrario di tanti critici, Silvana Milesi sa vedere il positivo e comprendere il negativo. Si deve fare un elogio alla sua tenace competenza che – in questa rassegna dei nobili artisti della terra bergamasca vissuti tutti lontani dal clamore artificiale dei tempi – le ha fatto collocare in primo piano e al meritato posto d’onore il grande Natale Morzenti».