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Silvana Milesi
L’800 A BERGAMO DA DIOTTI A SCURI
A ERMENEGILDO E RINALDO AGAZZI

Dalla finestra aperta con questo volume sull'interessantissimo periodo da Diotti a Scuri, primi maestri dell'Accademia Carrara, lo sguardo spazia fino ai fratelli Ermenegildo (1866-1945) e Rinaldo (1857-1939) Agazzi «sovversivi contro il gelido classicismo, la fredda mitologia, adoratori del verismo e del realismo», spazia dunque oltre il primo Novecento con rapidi accenni allo svolgersi dell'arte romana dei Neoclassici, Nazareni e Puristi, dell'arte milanese dei Bossi, Hayez, Bertini e degli Scapigliati.
Con biografie e opere anche di Agliardi, Benaglio, Bergametti, Berlendis, Bettinelli, Brignoli, Carnelli, Carsana, Cavalié, E. Cavenaghi, L. Cavenaghi, Ceroni, Coghetti, Deleidi, Donadoni, Ferrari, Fumagalli, Galizzi, Giorgi, Luchini, Macinata, A. Maironi, C. Maironi, Mallegori, Marenzi, Moriggia, I. Pagnoncelli, P. Pagnoncelli, Pezzotta, Poli, E. Rillosi, G. Rillosi, Rosa, Q. Salvatoni, G.B. Salvatoni, Steffani, Tasca, Terzi, G. Trécourt, L. Trécourt

Incipit
Quel vento che a Milano “scapigliava” i pensieri dei giovani artisti, durò più di un decennio prima di giungere a Bergamo e quando vi giunse, della Scapigliatura restava forse solo quel desiderio d’essere «aquile al tempo di mutar le piume». E per «mutar le piume» gli allievi dell’Accademia Carrara distrussero alcuni lavori dell’ormai defunto professor Enrico Scuri che per quarant’anni vi aveva insegnato. A gettar «creta contro i cartoni» era stato visto «parecchie volte» il non ancora ventenne Ermenegildo Agazzi, sebbene le «istigazioni» venissero dal di fuori «e più precisamente dai pittori Cavalleri e Agazzi Rinaldo», fratello maggiore di Ermenegildo...
I primi soffi di quel vento nuovo, che in ritardo scompaginava le aule della severissima Accademia Carrara, si erano levati proprio a Bergamo, terra del romantico Piccio e della contessa Clara Maffei, nata Spinelli, nel cui salotto milanese gli artisti della Scapigliatura si incontravano discutendo d’arte, di letteratura, di musica, prima di vagabondare di caffè in osteria, insieme al loro mentore Giuseppe Rovani, tanto ateo da vantarsi d’essere più miscredente di Voltaire.