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Silvana Milesi
Dal Settecento bergamasco al Romanticismo

di Giovanni Carnovali detto
IL PICCIO

Con la vicenda artistica di Giovanni Carnovali, detto il Piccio, unico vero pittore romantico italiano, la collana artisti bergamaschi giunge alle soglia dell’Ottocento inoltrandosi nella storia incandescente che dalla Prima repubblica bergamasca corre impetuosa attraverso la dominazione napoleonica, la Restaurazione e i primi moti carbonari, focoso preludio al Risorgimento.
Il Piccio non nacque a Bergamo, ma a Bergamo educò «l’eletto ingegno» all’Accademia Carrara, crescendo «alla gloria della vita vera, la vita dell’intelligenza». La sua arte portò un vento talmente nuovo da “scapigliare” e sconcertare l’imperante classicismo accademico, provocando vivaci dispute, come quella intorno alla pala Agar nel deserto, rifiutata dal committente ed ora alla Carrara.
L’ampia monografia sul Piccio, è introdotta da un rapido “excursus” sul Settecento pittorico bergamasco che dal tardo barocco si illeggiadrisce nel barocchetto e nel rococò, fino alle lineari eleganze neoclassiche che già contengono spunti romantici. Bergamo, grazie anche al Conte Carrara, era diventata fervido luogo d’arte nel quale convenivano artisti famosi quali Tiepolo, Ricci, Polazzo, Pittoni, Balestra, Cignaroli, Crespi, che nel volume si possono ammirare oltre ai pur valenti bergamaschi Cifrondi, Nazari, Raggi, Albrici, Gozzi Bonomini, Dellera, concludendosi con due paesisti Rosa Mezzera e Pietro Ronzoni, sincero amico del Piccio.
«… Silvana Milesi – scrive Mario Donizetti nella sua introduzione - pubblica il tredicesimo volume della collana Artisti bergamaschi. Il suo seme è caduto nella terra arata. Riguardando i precedenti volumi, ci si rende conto della mole dei dati, di precisazioni storiche, di riproduzioni, che aumenta acquistando significato enciclopedico. Quest’ultimo libro non è diretto ai soli amatori d’arte, ma è prezioso strumento di lavoro per la critica. L’indagine capillare non consente lacune. Ogni opera d’arte riprodotta è data come spiegazione dell’ambiente che l’ha prodotta… Vorrei che tutti gli anni a venire venisse chiesto a questa studiosa il profumo della sua fatica…».