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Silvana Milesi
FRA GALGARIO
CERESA - CERUT
I

Considerato il maggior ritrattista del Settecento, non solo in Bergamo, ma in tutta Europa, Vittore Ghislandi, detto Fra Galgario, ha dipinto una straordinaria galleria di personaggi, un vero affresco di orobica storia e di orobica gente «della cui ricca coloritura sociale a quei tempi – scrive il Longhi – quasi nulla sapremmo se non ce ne avesse detto così acutamente il Ghislandi». Proprio partendo dai ritratti di questo gran frate bergamasco che lavorò sino ad ottantotto anni nel convento del Galgario, si racconta un secolo di grandi contrasti e di illuministici fermenti culturali che a Bergamo vedeva l’incontro di artisti, intellettuali e mecenati, dal Tiepolo al Fantoni, dal Caniana al Cifrondi fino al conte Giacomo Carrara, fondatore dell’omonima Accademia e Pinacoteca.
Per approfondire l’argomento si è ampliato il discorso facendo raffronti col secentesco bergamasco Carlo Ceresa, i cui ritratti già contengono elementi preghislandiani, e con Giacomo Ceruti, l’altro grande lombardo, che lavorò qualche tempo in bergamasca e che, oltre ai suoi pitocchi che lo resero famoso come Pitocchetto, dipinse numerosi ritratti di nobili e aristocratici del suo tempo.
Come consuetudine dei volumi di questa collana, ogni artista ci parla attraverso le opere, riprodotte in gran numero e con accurata fedeltà ai colori, al fine di suscitare nel lettore l’emozione che sempre suscita la visione di un quadro, quando sia davvero un’opera d’arte.
Il testo, mai soverchiante le opere, suggerisce i modi di lettura, inquadra periodi, relazioni artistiche e committenze, mettendo in risalto come ognuno dei dipinti sia un microcosmo di storia, di umanità, di arte; arte bergamasca, lombarda e universale.