Stampa pagina
Silvana Milesi
LA STIRPE DEI BASCHENIS

Sguardi sul '400 e sul '600

Il libro è tutto incentrato sulla figura di Evaristo Baschenis, «Uno dei più suggestivi e originali maestri della natura morta di tutti i paesi e di tutti i tempi». Attorno alla «musica silenziosa» della sua alta poesia pittorica si è orchestrato il concerto di questo libro, cui si aggiunge il coro degli artisti che, nel Quattrocento e nel Seicento, furono dei Baschenis contemporanei (Asenelis, Borlone, Busca, Maffiolo, Marinoni sino a quelli contemporanei di Evaristo operanti in bergamasca, il Ceresa, i Carpinoni, Antonio Zanchi, Celesti, Giordano, Padovanino, Segala, Storer).
A suonare "l'ouverture" sono le due famiglie Baschenis delle origini che, discendendo da Averara e passando da Bergamo, si inoltrarono nelle belle Valli trentine, pressoché sorelle delle alte Valli bergamasche. La loro tradizione pittorica familiare si protrasse dal Quattrocento al 1630, anno fatidico della storica peste, che segnò un solco fra due epoche.
Da queste brume si innalza, subito altissima, la sinfonia di Evaristo Baschenis, sinfonia di violini, viole, mandore, spinette; sinfonia di "cucine", dove selvaggina, frutta e ortaggi, sono pur sempre una parte considerevole della nostra domestica felicità.
Sul dispiegarsi di questo concerto, aleggia lo spirito del nostro grande Caravaggio, del quale Evaristo, attraverso le misteriose via dell'arte, seppe intuire la lezione nel suo più profondo significato.
«Il lavoro della Milesi - scrive Mario Donizetti nella introduzione - è altamente "Vero e Buono" perché crede nella stabilità dei valori, nella verità e nella realtà di bergamasca memoria è vero e buono perché è storico secondo il concetto della storia come causa determinante ed efficiente dei fenomeni, quindi non datata caso».