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Silvana Milesi
MORONI e il Primo Cinquecento bergamasco
LOTTO, PREVITALI, PALMA IL VECCHIO, CARIANI, LICINIO

Lo splendido Cinquecento pittorico bergamasco è una vera foresta incantata, dove altissimi sono i molti alberi, sui quali, come ben scrive Bortolo Belotti, «si aderge insuperato un artista che illumina di sé la pienezza del Cinquecento, ed è fulgida gloria dell’arte italiana: Giovan Battista Moroni». Al Moroni, superiore allo stesso Tiziano per naturalezza e verità, è dedicato “in primis” questo volume, raccontando la sua storia come se fosse la storia di Bergamo di quegli anni splendidi e crudeli. A precederlo in ordine di tempo, una straordinaria fioritura pittorica che affonda le sue radici in due grandi tradizioni, quella veneta, fastosa e ricca di colore, e quella lombarda dei Foppa, Bergognone, Romanino, Savoldo e Moretto, che del Moroni fu il grande maestro. Sulla soglia del Cinquecento lo splendore degli ori di Butinone e Zenale, poi i capolavori di Lorenzo Lotto a Bergamo (tredici anni dal 1512 al 1525, dei suoi più felici per esiti pittorici), dei bergamaschi fattisi veneziani, ma sempre legati a Bergamo; Previtali, Cariani, Palma il Vecchio, poi ancora Licinio. Infine tante famiglie di artisti che esercitano l’arte pittorica con la serietà dell’artigiano raggiungendo spesso momenti di autentica poesia: i Facheris, Boselli, Gavazzi, Colleoni, Santacroce, Belli, Castello, Marinoni, Ferrari, Moietta, Prata, Stella, Polidoro. Tantissime grandi riproduzioni a colori, ognuna corredata di brevi note per dire dell’artista e dell’opera, della sua storia e della sua bellezza.