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Silvana Milesi
BUTINONE ZENALE
La pittura a Bergamo
dal Duecento al Quattrocento

Un convegno di secoli lontani. Un lungo e magico viaggio per riscoprire la poesia pittorica bergamasca dai suoi medioevali albori fino alla fine del Quattrocento, concludendosi con i due grandi artisti trevigliesi Bernardino Butinone e Bernardo Zenale, ai quali si deve il «fantasioso e sognante» Polittico di San Martino, riprodotto in ogni particolare sfavillante di ori, di azzurri, di rossi, di avana.
L'Annunciazione di Credaro, Il Battesimo di Zandobbio, gli affreschi di Grignano, la Decollazione di Sarnico, la straordinaria antologia pittorica e insieme storica di San Giorgio in Lemine sono alcune delle prime testimonianze pittoriche della provincia di Bergamo.
Ogni antica bellezza pittorica e scultorea riassume - su nel cuore di Bergamo Alta - la Basilica di Santa Maria Maggiore, «specchio e ornamento di tutta la città», dove dal Duecento al Quattrocento i vari Maestri si sono succeduti soffermandosi anche in altri centri religiosi che il diffondersi del monachesimo aveva fatto sorgere numerosi. Sant’Agostino, Matris Domini, Santa Marta, San Nicolò dei Celestini, Santa Maria delle Grazie, San Francesco furono in città centri di cultura e di arte, così come San Giacomo a Pontida e altri monasteri della provincia, alcuni sorti per la munificenza di Bartolomeo Colleoni, come quello dell’Incoronata di Martinengo.
Un itinerario artistico che sa cogliere tanto la poesia dell’arte “primitiva”, che nella elementare espressività riesce a esprimere i forti sentimento dell’uomo e del tempo, quanto lo smagliante sfolgorio dell’arte rinascimentale giunta con passo rapido a Bergamo tramite i polittici dei vari Foppa, Bergognone, Vivarini, Cima da Conegliano, Carpaccio e tramite la Madonna di Alzano di Giovanni Bellini “uno dei più grandi poeti della pittura italiana”.