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L’ATTACCO CHE MAI AVVENNE
Orobie 1915-18 - La linea Cadorna fra trincee, ambiente, natura, persone e fatti
Formato 148x210x30- pag. 288- gr. 800
 20,00
EAN13  
9791280344205 - Maggio 2022

La Grande Guerra colpì duramente anche la provincia di Bergamo, con oltre 12 mila caduti e più di altrettanti feriti e invalidi. Le furono però risparmiate le tragedie dell’occupazione militare e il conseguente abbandono delle case e del lavoro. L’unica presenza concreta della guerra fu la Linea Cadorna, ideata come estremo baluardo a difesa dei passi orobici nella prospettiva di un possibile attacco alla Lombardia attraverso la Svizzera e la Valtellina. Attacco che fortunatamente mai avvenne, come sintetizza il titolo, per cui le fortificazioni rimasero inattive e da allora si sono conservate fino ai nostri giorni. Il libro ricostruisce nei dettagli la storia di queste fortificazioni, inserendola nel più ampio contesto delle connotazioni ambientali del crinale orobico. È frutto di un lavoro collettivo nel quale si sono distinti i soci del CAI e del Centro Storico Culturale Valle Brembana che, utilizzando il cospicuo materiale rinvenuto con attente ricerche in diversi archivi, confrontando testi e relazioni di varie epoche e osservando sul posto le aree in oggetto, hanno saputo delineare dettagliatamente la storia delle trincee, inquadrandola nella grande storia della Prima Guerra Mondiale e attualizzandola con la descrizione analitica della realtà geografica attuale. Come in un complesso mosaico, si alternano pagine di riferimenti storici, descrizioni, relazioni, rilievi, studi geologici e memoriali, integrati da immagini d’epoca e corredati da un ricco apparato iconografico che ambienta le opere militari nel contesto paesaggistico. Dopo una panoramica sullo stato di fatto, il libro propone una descrizione geologica dell’area interessata dalle trincee, con l’inquadramento storico generale e la descrizione delle opere militari realizzate nei vari settori, mediante la trascrizione di documenti originali, la pubblicazione dei progetti, delle mappe e delle relazioni militari dell’epoca. Entra poi nel dettaglio delle fortificazioni sul territorio bergamasco, descrivendole analiticamente e proponendo accurati rilievi geometrici di tutte le strutture esistenti. L’appendice propone testimonianze e memoriali, delineando le figure di alcuni protagonisti. Ampio l’inserto fotografico, così come gli approfondimenti storico-geografici sul contesto montano del confine italo-svizzero, sulla viabilità minore e su alcuni valichi bergamaschi. Per la ricchezza dei contenuti e per la molteplicità dei temi trattati, il libro può considerarsi una guida alla conoscenza integrale delle zone interessate dalla presenza della Linea Cadorna, che sono tra le più belle delle nostre montagne.
Quest’opera - scrive Walter Belotti, presidente del Museo della Guerra Bianca in Adamello - va ad arricchire l’ampio mosaico della Grande Guerra, in particolare sul fronte lombardo, che si estendeva per 170 chilometri, dal Lago di Garda al Passo dello Stelvio, proseguendo poi fino al Varesotto con un complesso di opere militari, comunemente chiamato “Linea Cadorna”, mentre il vero appellativo è OAFN (Opera Avanzata Frontiera Nord). La denominazione sottintende la paternità al generale Luigi Cadorna che però, in qualità di Capo di Stato Maggiore, dispose solo le fasi finali di questo complesso di opere fortificate permanenti, semipermanenti e campali. La costruzione iniziata nell’estate del 1915 prese maggiore impulso dopo la Strafe-expedition della primavera del 1916 sotto la direzione del tenente generale Ettore Mambretti. Nel libro si focalizza l’attenzione sul settore orobico evidenziando le peculiarità dei molteplici e imponenti lavori compiuti per la costruzione di questo rilevante sistema difensivo che doveva proteggere l’Italia da un eventuale attacco Austro-ungarico violando la neutralità della Confederazione Elvetica Portare alla conoscenza di un pubblico più vasto i manufatti sparsi sul territorio bergamasco, è certamente la strada giusta affinché tutte queste eccellenze storiche entrino a far parte di un patrimonio a disposizione di tutti.